Idrografia

Idrografia di superficie

Le acque di superficie del territorio di Madignano sono riconducibili a due salienti sistemi idrografici: il fiume Serio e il colatore Serio Morto, entrambi classificati di III categoria idraulica. Lo spartiacque tra Serio ed il Serio Morto è da collocare sull’allineamento, circa nord sud, Ripalta Vecchia-Marzale-Ripalta Arpina, il bacino idrografico del fiume Serio si colloca ad ovest, quello del Serio Morto ad est di questa linea.

La separazione idraulica è ben individuabile anche morfologicamente poiché l’allineamento sopraccitato costituisce una dorsale sopraelevata, mediamente di 5 metri, al di sopra delle due valli fluviali.

Voce Fiume Serio Colatore Serio Morto
Quota d'ingresso 74 64
Quota d'uscita 63 57
Pendenza 0,13% 0,2%

Nella tabella sopra esposta si evince che la valle del Serio è sempre e costantemente più depressa rispetto a quella del colatore mentre la maggior pendenza di quest’ultimo è conseguente alla rettifica d’alveo ottenuta con i lavori degli anni trenta del XX secolo.

Lo studio dei vettori idrici secondari arricchisce ulteriormente il panorama idraulico di Madignano distinguendo quanto segue:

  • livello delle acque alte, dato dalle rogge principali Borromea e Archetta, derivate da Serio e dalla roggia Pallavicina, derivata dal Naviglio della Città di Cremona;
  • sistema di distribuzione delle acque irrigue, nel quale opera essenzialmente roggia Babbiona, sia con l'asta principale che con i bocchelli di distribuzione da essa alimentati. L'intero territorio comunale, ad est del Serio Morto riceve acqua da questa roggia che, derivata dal Serio a Casale cremasco, qui esaurisce il suo corso;
  • nel settore nord occidentale del Comune si irriga per il tramite di bocchello Quade, derivato da roggia Borromea e con roggia Mantegazza e bocchello Serio Morto che hanno presa nell'omonimo colatore alla sua destra idrografica;
  • i terreni più a meridione della valle del Serio Morto, sono invece irrigati da acque di colo ruscellanti dai campi di posizione più elevata;
  • in sinistra idrografica di Serio Morto queste acque sono raccolte da scolo Traversino, provenienti da roggia Babbiona - bocchello Traversino, e da scolo Oriolo in cui recapita roggia Pomida;
  • il colo Fuga fa da collegamento, per lo sfioro della acque in esubero, trasferendole sa Serio Morto in roggia Archetta;
  • in sinistra idrografica di Serio Morto si diparte roggia Oriolo, che assume localmente anche funzione irrigua;
  • un fontanile, con capofonte doppio, è da segnalare ad ovest della zona industriale di Oriolo poco discosto dalla strada statale. Il fontanile alimenta lo scolo Pomida ed è collocato al piede del terrazzo morfologico che degrada verso la valle del Serio Morto.

Studio etimologico

Bocchello Babbiona (al buchèl da la Babiùna)

Si tratta di una delle ultime derivazioni della roggia Babbiona, derivata dal fiume Serio a Casale Cremasco, insieme ai bocchelli Traversino, Verdello, Abbazia e Zubino. L’idronimo si ripete varie volte in territorio cremasco, come appare anche dalle fonti archivistiche, e lo si direbbe derivato da un nome comune. Andrà probabilmente riconnesso con il lat. bajulus "portatore" nell’accezione più specifica di "canale portatore di acqua" con l’aggiunta del suffisso accrescitivo "-one". L’evoluzione dell’esito attuale passa attraverso una forma contratta bàiona con l’inserimento di -b- epentetica.

Bocchello delle Quade (al buchèl da le Quade)

Alterazione aferica del latino aquatus "acquoso, intriso d’acqua" concordato con un sostantivo femminile plurale sottinteso (terrae o simile). La forma attestata ne è pertanto la riduzione dialettale indicata dalla tipica lenizione della dentale sorda.

Cavo Oriolo (l'Uriól)

È il nome di un cavo di scolo influente nel Serio morto, che richiama quello di un vicino uguale toponimo situato in comune di Castelleone, dove sorgono le strutture di un’ex fornace laterizia.

È un idronimo ben rappresentato in area cremasca, sotto diverse varianti, e piuttosto frequente anche come toponimo nell’intera regione lombarda ed in altre regioni italiane, ma con evidenti etimologie diverse a seconda dei luoghi.

Per quanto ci riguarda l’interpretazione etimologica appare piuttosto complessa e probabilmente non è da considerarsi nemmeno univoca, tanto che le svariate proposte finora formulate e normalmente accettate non paiono sempre soddisfacenti o convincenti.

Mentre l’Olivieri proponeva una connessione con il nome personale latino Aureolus per i toponimi ed un diminutivo dell’aggettivo latino aureus "d’oro" per gli idronimi, con significato "forse allusivo a fecondità di terreno", che pare un’idea un po’ banale, quantunque formalmente possibile, resta da considerare l’ipotesi di una derivazione dal latino orium < orum "orlo, bordo, margine" discesa dal latino classico ora, con uguale significato che, tuttavia, non offre una risposta pienamente soddisfacente circa il valore semantico dell’idronimo, specialmente se applicato alla situazione territoriale dei vari omonimi di area padana.

Nel caso in esame, però, meglio che in altri, tale significato potrebbe trovare riscontro nel fatto che lo scolo Oriolo costituisce, per un lungo tratto, il confine tra il comune di Madignano e quello di Castelleone. Se siffatta condizione non appare particolarmente importante ai giorni nostri si deve però pensare che nei tempi passati essa si traduceva nel confine ben più significativo tra il Cremasco ed il Cremonese.

Tutto ciò premesso a me pare, però, che l’alternativa etimologica più plausibile relativa al nostro idronimo vada ricercata in un’alterazione popolare del termine comune dialettale riól "riolo, piccolo rivo", già registrato dalle carte medievali come riolus, diminutivo di rivus < rius "rio, torrentello", ben rappresentato in tale precisa forma in territorio cremonese.

In tal caso alla variante grafica attestata l’uriól, che risulta prevalente in area cremasca, si arriverebbe attraverso metatesi e parziale agglutinazione dell’articolo con successivo passaggio "-a-" < "-u-", secondo il seguente percorso: al riól < l’uriól, fatto che trova altri illuminanti riscontri nel dialetto cremasco: al léch < l’urléch "l’allocco"; óle da ricen < óle d’urigen "olio di ricino", e così via.

Fiume Serio e colatore Serio Morto (Sère e Sère Mòrt)

Il nome è comune tanto al tracciato del Serio vivo quanto a quello del Serio morto, che, già registrato come Sarius nell’alto medioevo, continua in tale grafia nei secoli IX-XI, per comparire nella forma di Serius a partire dal XII secolo. Si tratta di un idronimo presumibilmente riconducibile alla radice indoeuropea "sar-/ser-/sor-" indicante il concetto di "scorrere, muoversi velocemente e impetuosamente" che sta alla base di numerosi altri idronimi.

Roggia Archetta (l'Archèta)

Nome di un’importante cavo irriguo decorrente insieme alla roggia Borromea in fianco alla strada che da Crema porta a Ripalta Vecchia, giunto alla forma attuale attraverso una complicata evoluzione strutturale ed idrologica.

La sua origine storica va ricercata in una precedente roggia Marazza, aperta nella sponda orientale del fiume Serio al di sopra del ponte di Crema nel 1463 ad opera di alcuni proprietari di terreni posti in Ripalta Arpina e Montodine. Tale nuovo canale utilizzò per la seconda metà circa del suo percorso un altro cavo preesistente denominato roggia Babbiona che già sboccava nella roggia Pallavicina nei pressi del Santuario del Marzale.

Ma solo dal 1473 l’acqua della roggia Marazza - Babbiona poté confluire nella Pallavicina, a prezzo di speciali condizioni, per esserne nuovamente estratta a valle dell’abitato di Ripalta Arpina e giungere così ai fondi cui era destinata. Ma a causa di continue liti connesse alla dispensa di quelle acque i loro proprietari ne cedettero i diritti a Renato Triulzi junior: nel 1529 quelli relativi a Montodine e nel 1530 quelli relativi a Ripalta Arpina. Tale proprietà passò da Renato Triulzi alle sue figlie Lucia, maritata con il Conte Luigi Visconti Arconati, e Margherita moglie del Conte Cesare Borromeo e quindi al Marchese Giovanni Battista Archetti, da cui prese il nome.

Nel 1891 venne aperta una bocca di presa sul canale Vacchelli, mentre dal 1960, dopo che una piena del Serio distrusse la sua traversa di invaso, la roggia Archetta esercita il suo diritto a derivare dal fiume attraverso la roggia Borromea.

Roggia Borromea (la Buruméa)

È il nome di un’importante roggia derivata dal fiume Serio, in territorio di San Bernardino di Crema, per l’irrigazione di numerosi fondi siti in San Bassano e Pizzighettone. Oltre che dal fiume essa riceve acqua anche dalle rogge Morgola e Molinara attraverso il cavo Fuga. La sua realizzazione, avviata nel XVI secolo dal conte Cesare Borromeo, prevede l’utilizzo di due precedenti cavi estratti anch’essi dal fiume Serio - le rogge di Ripalta Vecchia e della Fiera - originariamente destinati all’irrigazione dei territori di Castelnuovo e di Ripalta Vecchia. La proprietà di questo canale passò dai Borromeo agli Anguissola all’inizio del XIX secolo e da questi ultimi al Consorzio delle utenze dello stesso nel 1897.

Roggia Mantegazza (la Mantegàsa)

È il nome di una roggia di antica formazione, ora derivazione del Serio morto ma già forse originariamente estratta dal Serio vivo quando quest’ultimo ancora occupava la valle fluviale, oggi relitta, che lo conduceva a sfociare in Adda nei pressi di Pizzighettone. Attualmente scarica nel fiume Serio a Ripalta Vecchia.

L’idronimo discende da un nome personale o soprannome e poi cognome Mintegatius già documentato in area cremonese nel XII secolo a sua volta disceso da un termine latino medievale comune mantegatins designante una "sorta di mantice".

Roggia Pallavicina (la Palvizina)

Il nome della roggia Pallavicina dipende dal cognome Pallavicini, proprio di una nobile casata cremonese, che altro non è se non una correzione eufemistica di un soprannome o nome medievale Pelavicino. La roggia Pallavicina prende origine dal naviglio Civico di Cremona nel comune di Fontanella (Bergamo) ed è una delle più antiche derivazioni di questo importante corpo idrico. Sul finire del XV secolo la sua portata venne ulteriormente arricchita tramite l’apertura di una seconda bocca, ottenuta da Renato Triulzi e da lui denominata bocca Renata. Nel cavo così formato venne immessa, a partire dal 1473, acqua derivata dal Serio, al di sopra del ponte di Crema, che dal 1463 costituiva la roggia Marazza e ancora acqua derivata dal Serio a Ripalta Vecchia che formava la roggia Babbiona. Queste due ultime riunite presero successivamente il nome di roggia Archetta, dal nome del marchese G.B. Archetti che ne divenne proprietario. Il punto di confluenza fu sempre, come è ora, nei pressi della chiesetta del Marzale.

Scolo Fuga (la Füga)

Deverbale di fugare "disperdere, allontanare, scacciare", qui usato nel senso di "dare sfogo alle acque in esubero". Il dialetto cremasco füga designa propriamente un cavo idrico destinato a raccogliere e smaltire velocemente le acque eccedenti.

Poichè nel territorio cremasco la totalità di queste fUghe è diretta verso i fiumi, che vengono raggiunti solo dopo il superamento delle alte scarpate morfologiche che separano il livello fondamentale della pianura dalla valle fluviale, il termine è passato a designare anche le profonde e strette forre che l’acqua scava per erosione regressiva incidendo i terrazzi morfologici.

Scolo Pomida (la Pumìda)

Lo scolo della Pomida è l’estrema propaggine dell’omonima roggia, diramazione della Babbiona in territorio di Izano, confluente nello scolo Oriolo e, quindi, nel Serio morto.

Si tratta di un collettivo fitonimico in "-eta" dove l’antico plurale neutro è sentito come singolare femminile da pomus sia nel senso di "pometo, meleto" sia più genericamente in quello di "frutteto, luogo piantato ad alberi da frutta".

Scolo Traversino (al Traersì)

È il nome di un canale di scolo che influisce nel Serio morto. Esiste anche un bocchello del Traversino. È idronimo non raro in area provinciale e può essere ritenuto aggettivo in "-inus" da transversum "trasversale, obliquo, posto a traverso" applicato ad un sostantivo sottinteso (fossatum, canalis o altro), a causa del suo andamento rispetto alla trama parcellare agraria.

Bibliografia

  • AA.VV., Piano di Governo del Territorio – Documento di Piano - Relazione, "Una lettura del territorio attraverso il tempo", edizione marzo 2009
  • Valerio Ferrari, Toponomastica di Madignano e Ripalta Vecchia, Cremona, 1995.
  • Valerio Ferrari, Toponomastica di Ripalta Arpina, Cremona, 1995.
  • Valerio Ferrari, Toponomastica di San Bassano, Cremona, 2006.
 Ultimo aggiornamento: 22/07/2017

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