Brevi cenni storici

 

Dialetto cremasco: Madignà.

Madignano sulla carta "Nouvelle Carte du Territoire de Creme" di Paolo Santini, Venezia, 1779

Incerte sono le origini della località: probabilmente nacque come villaggio rurale in epoca romana, dalla quale deriverebbe il nome dalla parola latina "madens", ossia palude, ad indicare il luogo dove sorse ai margini del Lago Gerundo. Lo storico Monsignor Angelo Zavaglio fa risalire il nome, invece, alla parola "matinianus", da cui Madenianus, a indicare un luogo situato a mattina, cioè verso est e verso il confine cremonese. Sull'etimologia del nome, tuttavia, sono state fatte in tempi recenti altre ipotesi.

Storicamente si ha la prima notizia il 5 agosto dell'anno 1000, quando a Tauriano (odierno Turano Lodigiano), in una sentenza giudiziaria, tra i giudici che costituiscono la corte c'è Lanfranco di Madignano. Nel 1095 si ha la prima menzione del priorato cluniacense, posto alle dipendenze del monastero di San Paolo d'Argon: la piccola comunità monastica rimase a Madignano fino alla metà del XV secolo, allorché il monastero fu eretto in commenda. Primo commendatario fu Giuliano della Rovere, poi papa Giulio II, cui succedettero poi altri cardinali fino all'incameramento avvenuto nel 1797. Politicamente Madignano seguì le sorti e rimase sempre nell'orbita di Crema.

Dialetto cremasco: Riólta Magra

Ripalta Vecchia sulla carta "Nouvelle Carte du Territoire de Creme" di Paolo Santini, Venezia, 1779

Nell'XI secolo d.c. Vinizone di Rivoltella (odierna Ripalta Arpina) lasciò un beneficio alla Cattedrale di Cremona per l'erezione di due chiese intitolate a Santa Maria (Marzale) e a Sant'Imerio. Fu attorno a quest'ultimo edificio che sorse il piccolo abitato di Rivolta. A quei tempi sorgeva sulla riva destra del Serio: dopo il mutamento di percorso del fiume, avvenuto in un lungo periodo tra l'XI secolo ed il XIV secolo, assunse la denominazione di "vecchia" a distinguerla dall'altro abitato sorto sulla sua corrispondenza ma in riva opposta.

Si sa che nel XVI secolo veniva citato il console di Ripalta de Mandolis, una denominazione che starebbe ad indicare l'appartenenza alla famiglia Mandoli di Crema. Anche Ripalta Vecchia, come Madignano seguì sempre le vicende politiche di Crema. Da segnalare, nell'epoca post unità d'Italia, la perdita dell'autonomia amministrativa e la sua unificazione con Madignano, avvenuta nel 1868 (Regio Decreto 24 maggio 1868, n. 4.412).

Dialetto cremasco: Madignanèl.

Madignanello sulla carta "Nouvelle Carte du Territoire de Creme" di Paolo Santini, Venezia, 1779

Piccola località ormai prossima al comune capoluogo, a causa dell'espansione edilizia di quest'ultimo. Menzionata fin dal XV secolo, nel 1630 su lascito di tale Giovanni Francesco Marinoni vi si doveva edificare un oratorio, ma per cause rimaste ignote, non fu mai costruito.

Dialetto cremasco: Marsal.

Il Santuario del Marzale sulla carta "Nouvelle Carte du Territoire de Creme" di Paolo Santini, Venezia, 1779

La località storicamente più importante dell'intero territorio comunale era già frequentata come luogo di culto in epoca antica. All'interno delle prime tombe rinvenute (metà XX secolo) è stato ritrovato materiale di corredo risalente al III-IV secolo d.c. e confermano l'ipotesi che dovesse trattarsi di sepolture ad inumazione. Infatti in questo periodo l'uso dell'incinerazione era stato completamente abbandonato. Nel 1965 un'ulteriore scavo ha permesso l'esplorazione di altre tre sepolture ed il recupero di oggetti grazie ai quali è stato possibile risalire a datazione certa: un braccialetto, infatti, aveva la tipica foggia in uso presso le donne longobarde.

Quanto all'etimologia del nome Marzale, questo è piuttosto incerto e a tal proposito sono state formulate varie ipotesi.

È su questa estremità che Vinizzone di Rivoltella fece costruire nell'XI secolo d.c. una chiesa intitolata a Maria. Questa, sorta sulla riva destra del Serio, si trova ora alla sua sinistra dopo il mutamento di percorso del fiume e che ha lasciato il luogo ai margini di una stretta lingua di terra. È proprio grazie a questa posizione che il suo campanile fu usato in passato anche come torre d'avvistamento.

Tutta la zona di confine tra cremasco e cremonese fu a lungo teatro di cruenti battaglie tra Crema (alleata con Milano) e Cremona per il possedimento dell'Isola Fulcheria. Nel 1202, precisamente tra il 21 ed il 22 ottobre, presso il Santuario vi fu firmata la cosiddetta tregua del Marzale, il primo tentativo di riconciliazione tra i due Comuni.

Nel 1403 nei dintorni vi si combatté un'altra battaglia tra le fazioni guelfe (guidate da Ugolino Cavalcabò) e ghibelline (con alla testa Orlando Pallavicino). I centinaia di caduti furono sepolti sotto il piazzale antistante il sacro edificio.

Da segnalare l'eccezionale piena del Serio che in tempi incerti, ma anteriore al 1580, fece crollare parte della chiesa determinandone la sua sproporzione rispetto al campanile.

Dialetto cremasco: Sère e Sère Mort.

Il Serio nel cremasco nella carta "Territorio di Brescia et di Crema" di Joan Blaeu, Amsterdam, 1665

Il Serio Morto ha origine presso alcuni fontanili nel territorio del Comune di Casale Cremasco-Vidolasco. Dopo aver attraversato da nord a sud i Comuni di Ricengo, Offanengo e Crema, tra gli abitati di Madignanello e Ripalta Vecchia piega decisamente verso sud-est, come tutti i fiumi della bassa lombarda. Da qui prosegue canalizzato attraversando Ripalta Arpina, Castelleone, San Bassano (dove vi era il passaggio dell'Antica Via Regina) e Pizzighettone, presso il quale sfocia nell'Adda.

Storicamente è accertato che il tratto compreso tra Madignano e Pizzighettone rappresenta il vecchio corso del fiume Serio. Studi più approfonditi sulla morfologia del terreno farebbero pensare addirittura che in tempi molto antichi il Serio sfociasse nell'Adda ancora più a sud, dopo Acquanegra, se non addirittura nel Po.

Di fatto, studiando i documenti d'archivio, parrebbe accertato che il Serio percorresse questa valle relitta in maniera esclusiva fino all'XI secolo facendo da confine tra Cremasco e Cremonese; sulle sue rive sorse nel 1188 Castelleone come baluardo di difesa contro le azioni militari cremasche.

È noto, invece, che nel 1361 il Serio vivo percorresse già il tracciato che ancor'oggi gli è proprio è che lo porta a confluire nell'Adda a Bocca Serio, presso Montodine.

I motivi di questo mutamento parrebbero ascriversi a lenti movimenti dei terreni o a sovralluvionamenti, in tempi in cui i fiumi avevano portate d'acqua assai maggiori, quindi più violente, rispetto ad oggi, perché non sfruttate per usi antropologici. Non è escluso che per un certo periodo il fiume percorresse i due rami contemporaneamente e solo in seguito avesse abbandonato la valle ora relitta.

L'originaria valle rimase percorsa dai residui rami del corso fluviale mentre paludi e acquitrini occuparono per diversi secoli queste terre, contrastati solamente dalla limitata azione di bonifica dei coloni locali. A cavallo degli anni trenta del XX secolo venne scavato l'attuale canale di bonifica che finì per drenare ogni ristagno d'acqua.

 Ultimo aggiornamento: 18/09/2017

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