Commemorazione del '4 novembre': il discorso del sindaco

08/11/2020  - 850 letture     Segreteria

Momento di raccoglimento presso il Monumento ai Caduti a Madignano

ll 4 novembre del 1918 entrava in vigore l'armistizio firmato a Villa Giusti, dal Generale Armando Diaz, comandante in capo delle Forze Armate Italiane durante i tragici anni della Grande Guerra.

Si legge, nel bollettino della Vittoria, l'annuncio agli italiani della conclusione della guerra.

Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale.

Questo giorno di festa che ancora oggi ricordiamo, fu preceduto però, da interi anni di sofferenza.

Furono 651.000 i militari italiani caduti in guerra.

Più di un 1.000.000 furono invece i civili morti durante gli anni del conflitto.

Molti per malnutrizione, altrettanti a causa dell'influenza spagnola, altri rimasti uccisi.

950.000 persone rimasero mutilate o invalide. Gli orfani di guerra furono 345.000, la maggior parte dei quali erano poveri figli di contadini.

Nonostante tutto, il 4 novembre 1918, l'Italia intera, provata dalle perdite, festeggiava la sua rinascita, mantenendo intatta la speranza verso il futuro.

I reduci di guerra tornarono a casa pieni di aspettative verso il futuro. Molti di loro, soldati dell'Esercito Italiano, erano appena maggiorenni.

Giovani, ragazzi di nemmeno vent'anni, tornati alla vita dopo aver vissuto gli orrori della guerra. Mutilati, provati psicologicamente, privati di importanti anni della loro gioventù e, spesso, anche di molti dei loro affetti.

Eppure, hanno saputo rialzarsi e riprendere a vivere.

Hanno provato a ricostruire le loro vite distrutte, guardando con speranza al futuro, costruendo una nuova coscienza civile senza darsi per vinti.

Abbiamo molto da imparare, da questi giovani del passato.

Noi, che per fortuna non abbiamo dovuto subire l'orrore della guerra.

Purtroppo però stiamo vivendo un anno molto difficile, che ci sta mettendo duramente alla prova. Penso alle persone malate, alle loro famiglie, a chi rischia di perdere la vita a causa del virus.

Penso agli operatori socio-sanitari, impegnati in un compito più grande di loro, stanchi e provati da questa situazione che li pone quotidianamente in pericolo.

Penso a tutti i lavoratori che nonostante la pandemia con il loro impegno ci permettono di vivere il nostro quotidiano.

Penso ai volontari, a tutti coloro che agiscono per aiutare noi cittadini.

Penso poi a tutti i cittadini in difficoltà, a chi ha perso il lavoro e a chi non sa se riuscirà a riaprire la propria attività, ma anche a chi, più fragile, sta accusando anche dal lato psicologico questa situazione di pandemia; penso ai nostri giovani, costretti alle limitazioni impostegli, sia a livello sociale che a livello scolastico.

Penso infine alle Forze Armate, che oggi ricordiamo e celebriamo, per l'immenso lavoro che oggi e sempre compiono per salvaguardare la nostra sicurezza e per sostenere la comunità.

Oggi non onoriamo solo le Forze Armate ma è anche la Festa dell'unità nazionale e sono convinta che se saremo tutti uniti, riusciremo ad adattarci al cambiamento, uniti impareremo ad accogliere le avversità con coraggio e speranza, provando a ricercare la serenità.

Ma soprattutto, uniti non diamoci mai per vinti. Sono sicura che la nostra comunità saprà farlo!

Credo che ognuno di noi, come cittadino, possa fare molto per portare unità, forza e aiuto ai più fragili e sono sicura che solo stando uniti riusciremo ad attraversare questo momento buio con perseveranza e solidarietà!

Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l'Italia!

La corona d'alloro sotto la lapide dedicata ai Caduti di Ripalta Vecchia

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